Niente trucchi, nessun artificio: la Grazia c’è, e si vede

Monaco, 1962: il Principato si prepara ad affrontare uno dei momenti più delicati della sua storia, quando il presidente francese Charles de Gaulle minaccia di invadere ed annettere il Paese, giocando a braccio di ferro col principe Ranieri. Nel frattempo, Grace Kelly combatte tra la passione per il cinema e i suoi doveri di principessa consorte, tra l’amore per il marito e la famiglia e quello per la sua precedente vita.

Pubblico e privato si intrecciano profondamente in questo film come nella reale esistenza dell’attrice, dove il pubblico è la Storia stessa, e il privato ha perso la sua intima essenza per diventare di pubblico dominio. Succede, quando sei una delle più grandi icone del cinema e della cultura di massa di sempre.

Così, mentre gli occhi della Francia e del mondo intero erano puntati su uno dei Paesi più piccoli del pianeta, Grace vedeva consumarsi dentro di sé un dissidio che la portava pian piano a lasciarsi alle spalle Hollywood e il jet set e a fare pace definitivamente con il suo futuro. Un tormento che Olivier Dahan e la sceneggiatura di Arash Amel lasciano venir fuori nella maniera più delicata, senza propinare giudizi o insinuazioni sulle scelte personalissime di una donna che attrice più non era, ma non si sentiva ancora nemmeno principessa, nel rispetto più totale dell’esistenza di una figura che ha contribuito a cambiare il cinema, l’arte, il mondo.

Nicole Kidman non poteva che essere la scelta obbligata per questo ruolo: lei, con la sua bellezza algida e soffice, col suo portamento e la sua innata eleganza, degna erede di una dama (anche per titoli vari di cui è stata insignita) che è riuscita ad imporsi nell’immaginario collettivo e a farsi amare dal pubblico di ogni tempo e generazione pur con quei soli undici film all’attivo.

Peccato che i figli naturali del premio Oscar 1955 per La ragazza di campagna non abbiano gradito il risultato. Parlano di inesattezze storiche, di un ingiusto trattamento dei due genitori. La faccenda di lei che non era disposta ad abbandonare il set e di lui che l’avrebbe costretta, beh, è piuttosto risaputa; ma chiunque, dopotutto, potrebbe agevolmente arrivare alla conclusione che “Gracie” sapesse esattamente ciò a cui andava incontro sposando il Principe di Monaco. Credo si sia trattato solo di una sua scelta, sofferta, difficil, ma pur sempre una scelta.

Quel che chiunque potrebbe vedere, in questa perla che ha aperto l’ultima edizione del Festival di Cannes, è il ritratto di una donna piena di passione, coraggio, forza, compassione, e di un marito che doveva amarla tanto, oltre ad amare anche il suo popolo. Tutto sommato, non ne escono mica male.

VOTO: 8

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