Hanno assegnato i David di Donatello, proprio oggi. Con molte conferme e poche sorprese. Per esempio, La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino era arrivato alla cerimonia con 18 candidature, molte delle quali (ben 8) si sono concretizzate in premi. E questo è una conferma. Come poteva la pellicola vincitrice del premio Oscar al miglior film straniero non portarsi a casa tutti ‘sti premi, scusate? E come poteva non vincere anche nella categoria dedicata al migliore in assoluto? Non lo so, ma è successo. Il miglior film italiano dell’anno è un altro. L’Italia è stata l’unica a non pensarla come il resto del mondo sugli ultimi dodici mesi di cinema. Così, a vincere è stato Il capitale umano di Paolo Virzì. E questa è una sorpresa. In effetti l’ultimo lavoro del regista livornese si era portato avanti già col numero di candidature (un totale di 19), e quindi dovrebbe essere una semi-conferma o una semi-sorpresa il fatto che si sia aggiudicato il premio più importante della serata, insieme ad altri sei. Tra cui miglior sceneggiatura e miglior attrice protagonista e non, rispettivamente Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino. Chi scrive non ha ancora visto Il capitale umano, quindi si astiene dal giudicare. Ma chi scrive, al tempo stesso, non può non provare una punta d’amarezza per la mancata vittoria di quello che doveva essere il favorito della serata. Forse che la giuria quest’anno abbia voluto rivendicare una sorta di originalità che il sottoscritto non riesce a capire?
Pazienza, almeno Sorrentino s’è portato a casa il premio come miglior regista, mentre il suo pupillo Toni quello come miglior attore. Non poteva essere altrimenti. Passi pure che La grande bellezza perda contro Il capitale umano, che pure ha ricevuto lodi e standing ovation a morire, ma se Servillo non avesse vinto credo di sarebbe scatenata una violenza da stadio tra i presenti, in questa serata in cui i padroni di casa erano gli odiosissimi e poco divertenti Paolo Ruffini e Anna Foglietta.
Altro grande piacere è che Pif abbia vinto come miglior regista esordiente. Bravo, un ottimo incoraggiamento a proseguire verso una strada che potrebbe rivelarsi fruttuosa per un talento della televisione nostrana che potrebbe pure, chissà, scoprire nel cinema la sua vera vocazione.
A parte Virzì, Sorrentino e La mafia uccide solo d’estate, non ha vinto praticamente nessun altro. Solo due premi a Song’e Napule. Che volete che vi dica, con quei colossi lì a far razzia di statuette, agli altri non son rimaste neanche le briciole. Né per Smetto quando voglio, o per Allacciate le cinture (12 nomination il primo, 11 il secondo), né per Anni felici, e anche Valeria Golino per il suo Miele, già premiato ai Nastri d’argento e Menzione speciale della giuria a Cannes, non s’è vista lo straccio d’un riconoscimento.
Premi speciali a Sophia Loren per la sua interpretazione ne La voce umana di Edoardo Ponti, ad Andrea Occhipinti per il suo lavoro, a Marco Bellocchio alla carriera, e a Carlo Mazzacurati e Riz Ortolani pure alla carriera ma postumo. Miglior film straniero Grand Budapest Hotel, altra mega-sorpresona. Eh sì, perchè in lizza c’erano tutti pezzi da novanta, vale a dire American Hustle, The Wolf of Wall Street, 12 Anni Schiavo e Blue Jasmine. Quello di Wes Anderson pareva quindi essere proprio una sorta di brutto anatroccolo. E invece, quando si dice gli ultimi saranno i primi…
Philomena di Stephen Frears vince invece come miglior film dell’Unione Europea. E su questo, cari ragazzi, non c’è che dire. Arrendetevi, fan de La vita d’Adele: davanti a Judi Dench c’è solo da inchinarsi.
Ecco una lista completa di candidati e vincitori delle principali categorie:
Miglior film
- Il capitale umano, regia di Paolo Virzì
- La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino
- La mafia uccide solo d’estate, regia di Pierfrancesco Diliberto
- La sedia della felicità, regia di Carlo Mazzacurati
- Smetto quando voglio, regia di Sydney Sibilia
Miglior regista
- Paolo Sorrentino – La grande bellezza
- Carlo Mazzacurati – La sedia della felicità
- Ferzan Özpetek – Allacciate le cinture
- Ettore Scola – Che strano chiamarsi Federico
- Paolo Virzì – Il capitale umano
Miglior regista esordiente
- Pierfrancesco Diliberto – La mafia uccide solo d’estate
- Valeria Golino – Miele
- Fabio Grassadonia, Antonio Piazza – Salvo
- Matteo Oleotto – Zoran, il mio nipote scemo
- Sydney Sibilia – Smetto quando voglio
Migliore sceneggiatura
- Francesco Piccolo, Francesco Bruni, Paolo Virzì – Il capitale umano
- Paolo Sorrentino, Umberto Contarello – La grande bellezza
- Michele Astori, Pierfrancesco Diliberto, Marco Martani – La mafia uccide solo d’estate
- Francesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino – Miele
- Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia – Smetto quando voglio
Migliore produttore
- Nicola Giuliano, Francesca Cima per Indigo Film – La grande bellezza
- Per Indiana Production Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Maco Cohen, coproduttore per Manny Films Philippe Gompel, Birgit Kemner, con Rai Cinema e Motorino Amaranto –Il capitale umano
- Mario Gianani, Lorenzo Mieli per Wildside con Rai Cinema – La mafia uccide solo d’estate
- Riccardo Scamarcio, Viola Prestieri per Buena Onda Film con Rai Cinema – Miele
- Massimo Cristaldi, Fabrizio Mosca – Salvo
- Domenico Procacci, Matteo Rovere con Rai Cinema – Smetto quando voglio
Migliore attrice protagonista
- Valeria Bruni Tedeschi – Il capitale umano
- Paola Cortellesi – Sotto una buona stella
- Sabrina Ferilli – La grande bellezza
- Kasia Smutniak – Allacciate le cinture
- Jasmine Trinca – Miele
Migliore attore protagonista
- Toni Servillo – La grande bellezza
- Giuseppe Battiston – Zoran, il mio nipote scemo
- Fabrizio Bentivoglio – Il capitale umano
- Carlo Cecchi – Miele
- Edoardo Leo – Smetto quando voglio
Migliore attrice non protagonista
- Valeria Golino – Il capitale umano
- Claudia Gerini – Tutta colpa di Freud
- Paola Minaccioni – Allacciate le cinture
- Galatea Ranzi – La grande bellezza
- Milena Vukotic – La sedia della felicità
Migliore attore non protagonista
- Fabrizio Gifuni – Il capitale umano
- Valerio Aprea – Smetto quando voglio
- Giuseppe Battiston – La sedia della felicità
- Libero De Rienzo – Smetto quando voglio
- Stefano Fresi – Smetto quando voglio
- Carlo Verdone – La grande bellezza
Migliore direttore della fotografia
- Luca Bigazzi – La grande bellezza
- Jérôme Alméras – Il capitale umano
- Daniele Ciprì – Salvo
- Gian Filippo Corticelli – Allacciate le cinture
- Gergely Poharnok – Miele
Miglior film dell’Unione Europea
- Philomena, regia di Stephen Frears
- Ida, regia di Paweł Pawlikowski
- La vita di Adele (La Vie d’Adèle – Chapitres 1 & 2), regia di Abdellatif Kechiche
- Still Life, regia di Uberto Pasolini
- Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure), regia di Roman Polanski
Miglior film straniero
- Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel), regia di Wes Anderson
- 12 anni schiavo (12 Years a Slave), regia di Steve McQueen
- American Hustle – L’apparenza inganna (American Hustle), regia di David O. Russell
- Blue Jasmine, regia di Woody Allen
- The Wolf of Wall Street, regia di Martin Scorsese
Premio David giovani
- La mafia uccide solo d’estate, regia di Pierfrancesco Diliberto
- Il capitale umano, regia di Paolo Virzì
- La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino
- Sole a catinelle, regia di Gennaro Nunziante
- Tutta colpa di Freud, regia di Paolo Genovese
Dispiace che la Ferilli non abbia, non dico vinto addirittura, ma almeno ricevuto uno straccio di nomination. Quando fa i cinepanettoni la critichiamo (giustamente), ma quando è brava, è brava. E hanno nominato invece Galatea Ranzi (la Stefania dello stesso film). Se già era andata su tutte le furie quando Sorrentino non se la portò a Los Angeles, adesso le starà uscendo il fumo dalle orecchie. Sabbrì, sai che ti dico? La prossima volta che ti snobbano così, vieni da me, che ti faccio una carbonara che ti risolleva sicuramente.
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