Quando la Universal mostrò al mondo intero La morte ti fa bella nel 1992, in molti non lo apprezzarono. La critica si divide ancora oggi tra coloro che vi hanno visto un capolavoro, e tra quelli che gridarono all’obbrobrio. Questi ultimi, purtroppo, sono in maggioranza. Il pubblico invece gradì, e il film fu un successo commerciale. Del resto, Robert Zemeckis è sempre stato un genio, e la coppia Streep-Hawn, nei panni delle eterne rivali che lottano per ottenere l’eterna bellezza, funziona come uno dei migliori duo comici al femminile di tutti i tempi.
Non c’è bisogno di ricordare la scena di Goldie Hawn che risorge con un buco nello stomaco, o quella di Meryl Streep che si rialza con il collo praticamente girato, e nemmeno Bruce Willis che vede le suore fluttuare sul pavimento, o il ritrovo delle tante celebrità e bellezze senza tempo nella villa di Isabella Rossellini. Ma quella che più di tutte stuzzica sempre la mia fantasia, è l’ultimissima, conclusiva sequenza delle due protagoniste al funerale del loro amato, con conseguente capitombolo all’uscita dalla chiesa. Ruzzolano lungo la scalinata e si infrangono al suolo come bicchieri di cristallo, per poi uscirsene con l’ultima battuta prima dei titoli di coda.
Di tanto in tanto mi capita di trovarmi di fronte alcune di quelle donne che hanno superato da un pezzo la menopausa, e ancora non si arrendono all’inevitabile scorrere degli anni. Truccate, vestite e apparecchiate come se fossero delle teenager. Di quelle che tentano disperatamente di mascherare l’età anagrafica seppure con scarsi risultati. Ed è allora che mi capita di pensare che, magari, se le toccassi anche solo con un dito, potrebbero andare in frantumi come Madeline Ashton e Helen Sharp dopo lo scivolone per le scale.
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