Cose che ti influenzano per tutta la vita #5

In assoluto, The Others è uno dei miei film preferiti. L’ho visto e rivisto migliaia di volte, e non mi stancherei mai di farlo. Ogni volta mi stupisco del finale, della tragica e inaspettata conclusione, sebbene lo conosca ormai a memoria. Quel finale che nessuno potrebbe mai prevedere. È generalmente indicato come un thriller, con l’aggiunta di etichette di volta in volta diverse: psicologico, sovrannaturale, d’invenzione. Ma lo si trova anche alla voce “horror“, di quegli horror, per la precisione, che non hanno bisogno di una valanga di effetti speciali per spaventarti. Non è uno di quei film che si avvalgono dei più moderni trucchi per impressionare e far sobbalzare dalla poltrona. Piuttosto, è uno di quelli che fanno rabbrividire perché capaci di esplorare le paure umane più profonde, di trasmetterti un senso di inquietudine che non si leva più di dosso, ma che finisce anzi con l’aumentare con il passare dei minuti.

Nicole Kidman fu semplicemente perfetta. Nulla da aggiungere. Purtroppo, la sua altrettanto memorabile performance in Moulin Rouge!, quello stesso anno, mise quest’altra in secondo piano, e i principali premi in giro per il mondo (Oscar compresi) preferirono onorare la sua interpretazione canterina e non quella raccapricciante. Attorniata da un minuto cast di altissimo livello (tra cui Christopher Eccleston e Fionnula Flanagan), in questo capolavoro di Alejandro Amenábar, la Kidman si aggira tra le stanze di una casa che farà a poco a poco crollare le sue certezze e metterà a nudo tutta la verità. Una casa che cattura, domina, conquista prepotente la scena, capace di generare paure e suggestioni coi suoi bui e minacciosi interni, e ancor più nelle riprese effettuate dall’esterno. Una casa che si erge a protagonista assoluta di questa storia in cui nulla è ciò che sembra, specie nelle ultime immagini, quando madre e bambini ripetono, come monito per “gli altri”, ma ancor più per sé stessi, che questa casa è nostra. E intanto, scorrono davanti ai nostri occhi tutte le pareti, le stanze, le finestre, di questo luogo quantomai agghiacciante.

Di tanti film con case e abitazioni infestate, anche più grandi, talvolta cadenti, che siano dimora di famiglie assassine come in Non aprite quella porta, o che siano tormentate dal peggiore dei mostri come in Poltergeist, personalmente, se mi metto a pensare alle quattro mura in cui mai e poi mai metterei piede, neanche per una sola notte, scegliere proprio queste. Al solo pensiero, già comincio a rabbrividire.

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