Frida

Frida Kahlo è una di quelle persone che soltanto a leggerne la biografia già ti stanno simpatiche. Innanzitutto era una pittrice, e questo già è un dato interessante. Aveva un’indole da artista, sensibilissima, nel senso che percepiva la realtà esterna molto più violentemente di quanto facciano le persone comuni. Soprattutto, aveva un suo stile e una sua voce.

Frida non era bella, di una bellezza convenzionale. Non era neanche brutta, ma non pare che ci tenesse più di tanto all’aspetto esteriore. Leggeva, si interessava di ciò che succedeva intorno a lei e nel resto del mondo, aveva contatti con artisti e musicisti. Frida ha sofferto tanto, di un dolore prima fisico che, sicuramente, anche spirituale. Nel corso della sua vita, è stata sottoposta a oltre trenta operazioni chirurgiche, a causa di un terribile incidente avvenuto all’età di 18 anni. Ma era affetta da una malformazione alla colonna vertebrale già dalla nascita, e morì di embolia polmonare, soffrendo, con la gamba destra amputata, prima ancora di arrivare ai 50 anni.

Nel 2002, a quasi mezzo secolo dalla morte, Frida è tornata a vivere nella trasposizione cinematografica della sua vita diretta da Julie Taymor sotto le sembianze di Salma Hayek. Semmai l’attrice ha dimostrato, una volta, di avere il talento per questo mestiere, è stata proprio in quell’occasione. Salma è una che non ha avuto grosse opportunità al cinema, e forse ci si ricorda di lei più per la sua bellezza latina che per i suoi ruoli, ma dopo aver visto questo film, amerete un po’ di più anche lei, e non solo la pittrice. Frida è un film delicato e sofferente, che racconta la movimentata esistenza della donna più famosa del Messico con i colori e i toni dei suoi quadri e della sua terra, senza cambiare di una virgola i suoi tratti biografici. Dalla maturità fino alla fine, racconta tutto ciò che è degno di essere narrato, senza omettere e senza abbellire, dall’incidente al matrimonio con Diego Rivera, dall’adesione al Partito Comunista ai problemi di salute, al rapporto con Lev Trotsky e alle infedeltà coniugali del marito, persino la scappatella con la sorella Cristina.

Frida è un film sincero, perché sa restituire la passione e il dolore coinvolgendo ma senza appesantire, persino nei momenti finali, quando la morte sopraggiunge attesa, crudele nella vita vera, ma non sul grande schermo, dove il momento più tragico prende le sembianze di uno dei suoi dipinti. Frida è anche un ottimo personaggio cinematografico: bisognerebbe conoscere quello reale meglio del sottoscritto per poter capire se ci sia davvero una totale corrispondenza, ma la Frida di Salma Hayek è così arguta, pungente, piena di spirito anche quando è costretta a letto, irriverente nei confronti degli altri e delle convenzioni, che t’immagini una di quelle persone che quando entrano nella stanza attirano tutti gli occhi su di sé. I momenti migliori sono proprio quelli in cui i suoi quadri e la sua fantasia prendono vita, che sia al cinema o alla sua festa di matrimonio, a metà tra il surrealismo, il folklore e la pura ilarità. Completa il quadro (scusate il gioco di parole) un manipolo di attori come Alfred Molina e Valeria Golino, anche se alcuni in ruoli di secondo piano rispetto al loro nome, come Geoffrey Rush e Edward Norton, ma anche le piccole parti portano più luce in quest’opera assolutamente godibile.

VOTO: 9

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