Chi urla muore

Casey Becker: Pronto?
Voce al telefono: Chi parla?
Casey: Lei con chi vuole parlare?
Voce: Che numero ha lei?
Casey: Mi dica che numero voleva fare?!
Voce: Non lo so.
Casey: Allora mi sa che ha sbagliato …non importa, succede. Addio.

La scena con cui si apre Scream è in assoluto una delle migliori sequenze del genere horror, talmente ben riuscita da essere entrata nell’immaginario collettivo e aver influenzato anche coloro che il film non l’hanno mai visto. Nei primi cinque o sei minuti hai già avuto più di un assaggio, diciamo pure un ottimo motivo per cui sederti sul divano e gustarti questo classico diretto da Wes Craven. Ma, come ogni classico che si rispetti, ce ne sono anche altre di ragioni.

Scream è il film horror con l’ossessione per gli horror, concepito come una grande e grossa satira del genere orrorifico, in cui la metà dei personaggi si comporta proprio come se stesse dentro a un film, e l’altra metà recita come se fosse la parodia di sé stessa (e il goffissimo David “Linus” Arquette in prima linea). L’unica che sembra prendersi sul serio è lei, Sidney Prescott, una Neve Campbell da poco ventenne destinata a diventare la più atipica delle scream queens, e non soltanto perché è bruna. Nell’appiccicosa ragnatela di misoginia in cui finiscono intrappolate tutte le ragazze dei film horror che si rispettino, Sidney lotta per strapparsela di dosso con braccia e gambe. Che, attenzione attenzione, sono ben coperte. La si vede poco svestita rispetto ad altre colleghe che l’hanno preceduta, così come non si vedono scene di sesso, benché di sesso si parli eccome, prendendo anche in giro il mito della verginità.

Non vi basta ancora? Scream può vantare una lunghissima serie di citazioni e di omaggi indiretti agli altri capolavori dell’horror e non, a star del calibro di Meg Ryan e Sharon Stone, una vera e propria mania per Nightmare, Halloween e Jamie Lee Curtis, tanto che non si potrebbero contare tutte in una sola volta, il che è una roba davvero goduriosa per gli amanti del cinema. Courteney Cox è la stronza arrivista Gale Weathers, che in mezzo alla strage pensa già al prossimo servizio televisivo mentre ha ancora un po’ di sangue sui vestiti. Ancora di più ti verrebbe da dare un bel pugno in faccia a Matthew Lillard e alle sue meravigliosamente insopportabili smorfie. E poi c’è Rose McGowan in panni da liceale, Henry Winkler in quelli del preside e ancora Drew Barrymore nella suddetta scena iniziale, e Skeet Ulrich come sospettabile psicopatico, e tutti quanti non hanno la minima intenzione di lasciarsi abbattere al primo colpo. Scream è il film in cui tutti più che mai hanno la pellaccia dura, non importa che tu sia vittima o carnefice, non basteranno un paio di coltellate a farti fuori. E il bello è che, pur pretendendo la nostra attenzione, sono loro stessi a rimarcarne l’assurdità.

Metteteci che la maschera dell’assassino è la più famosa, divertente e terrificante insieme che si sia mai vista, che l’intera vicenda è ambientata in un liceo di una cittadina americana, e le telefonate pre-morte ancora prima di The Ring, e i risvolti inaspettati sulle vite dei protagonisti, e una buona dose di umorismo, e che è lo slasher più popolare di sempre, e vi avrò fornito un miliardo di motivi per cui, se non l’avete ancora visto, dovete correre subito ai ripari.

VOTO: 9*

*gli avrei messo anche 10 ma, trattandosi di uno di quei film a cui ti affezioni dall’infanzia, ho paura di essere troppo coinvolto

Una replica a “Chi urla muore”

  1. […] aver visto Scream un paio di giorni fa, mi è tornato in mente un film che di Scream è la parodia esplicita e […]

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