The Descent – Discesa nell’idiozia

Non sono mai stato il tipo che infierisce sulle disgrazie della gente, di quelli che intervengono a chiosare con frasi del tipo te l’avevo detto oppure ben gli sta. Fino ad ora. Perché anche la mia pazienza ha un limite, e a volte non puoi proprio fare a meno di constatare che certe persone se la sono proprio andata a cercare. Per esempio, prendete un film come The Descent – Discesa nelle tenebre: sei cretine appassionate di trekking, arrampicate e roba varia decidono di intraprendere per diletto un’escursione di non so quale complesso di grotte inesplorate. Tenete bene a mente che sono inesplorate. Prima di calarsi dentro, una di loro starnazza pure «ma io sono soltanto un’insegnante». Appunto. Resta a casa, a preparare la lezione per il giorno dopo, no?

Naturalmente, trattandosi di un horror, la trama impone che le sei amiche decerebrate restino rinchiuse là dentro, alla ricerca di una via d’uscita. E ovviamente perderanno anche qualche corda, qualche altro attrezzo e un po’ di cervello: nessuna di loro ha avvisato qualcuno della loro spedizione, nel caso in cui dovessero perdersi. I cellulari non funzionano, non prendono in una galleria figuriamoci se c’è campo in una grotta. Ma poi, dico io, sei persone che si addentrano da sole nel bel mezzo di una foresta senza aver prima avvertito un parente o un amico in caso di non ritorno, e senza nemmeno portarsi, ma che ne so, uno spray al peperoncino. Metti che il maniaco è dietro l’angolo, che fai? Lo agganci con una fune? Chiunque avrebbe un po’ di timore, anch’io ne avrei, di questi tempi è normale premunirsi di tutte le misure di sicurezza. Insomma, non vi viene già da pensare che in fondo in fondo, se gli succede qualcosa, è anche colpa loro?

Basterebbe fermarsi qui, ma andiamo avanti. Diciamo pure che una volta addentratesi nei meandri della suddetta grotta, la suspense c’è, glielo concedo. Fin quando non avviene il prevedibile. Mi immagino già gli sceneggiatori, rinchiusi in una cantina maleodorante con una birra in mano, a chiedersi qual era la cosa più scontata che potessero immaginare, e ce l’hanno messa, pregustando già i dollaroni che le case cinematografiche avrebbero sganciato per questa boiata. Delle mutazioni genetiche. Delle anomalie nel processo di evoluzione dell’uomo. Avete mai visto un film horror con degli ominidi carnivori e raccapriccianti? Eccone un altro. Ma aspettate, c’è dell’altro.

Quella che vedete qui sopra è la protagonista dopo aver subito un’improvvisa metamorfosi in stile Tomb Raider dei poveri. Che fino al giorno prima fosse una donnina tenera e indifesa, poco importa. Potere dei film. L’unica cosa interessante sono le pieghe che prendono i rapporti tra le sei allegre comari scalatrici, della serie cosa sei disposto a fare pur di sopravvivere, ma le banalità, la prevedibilità, e l’imbecillità di queste sei incoscienti annullano tutto. Posso dirvi come finisce? Muoiono tutte. E, francamente parlando, se lo sono meritato.

VOTO: Gli do un 3 perché l’idea iniziale era buona, ma si sono persi subito. 

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