Improvvisamente mi sono reso conto che siamo arrivati a settembre e non ho ascoltato neanche un album quest’anno. O, se l’ho ascoltato, dev’essere successo mesi e mesi fa. Da qualche parte dovevo ricominciare, per recuperare. Su iTunes ho notato già da alcuni giorni in primo piano I Cry When I Laugh dell’inglese Jess Glynne. Che, tra l’altro, e lo dico per chi come me guardandola la credeva un tantinello più grande, è nata soltanto nel 1989. E questo, si sa, è il suo album di debutto.
Jess Glynne è la voce della megahit Rather Be dello scorso anno, e del tormentone Hold My Hand di quest’estate. Voce potente, non c’è dubbio. Anche un pochetto squillante, devo dire, ma si può credere che se ne sia accorta anche lei, dal momento che sa usarla più che bene senza esagerare mai. Se urlasse, sarebbe la fine. La sua musica invece suona fin da subito vibrante e dinamica, di quelle che danno una iniezione di energia già al primo ascolto.
Ma vi dirò, suona anche come qualcosa di nuovo: non che la nostra Jess abbia inventato uno stile che prima non c’era, ma attualmente non somiglia a nessuna delle sue colleghe più famose (perlomeno tra le uscite di questo 2015). Le sonorità pop incalzanti, i cori, le tendenze soul e la ballabità da dance music ne fanno un miscuglio assai piacevole. C’è un ottimismo diffuso che prende il sopravvento sulle melodie più meste, e forse più insignificanti dell’intero album, e che raggiunge i picchi migliori proprio nei due singoli Hold My Hand e Don’t Be So Hard on Yourself.
L’unica nota stonata è che, verso la fine, alcuni brani tendono a ripetersi e a perder d’energia, sicché si potrebbe dire che magari risulterebbe più gradevole se preso a piccole dosi. Salvo riprendersi poi appieno con Saddest Vanilla in duetto con Emeli Sandé. Il rischio più grande, ora, per Jess Glynne, è trovare la sua strada e definire il suo sound, se non vuole finire nella schiera delle cantanti sorprendenti che ci offre ogni anno l’Inghilterra e che poi, tristemente, si perdono nel vuoto (Duffy, Estelle, Leona Lewis, Dido, Kate Nash vi dicono niente?). Ma c’è tempo per preoccuparsi di questo.
VOTO: 8
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