2015 EMAs: e se tornassimo a com’era dieci anni fa?

Domenica sera si sono tenuti gli MTV Europe Music Awards. A questo punto, immagino lo sapranno già tutti. Volevo scriverne subito dopo, a caldo, ma la stanchezza ha prevalso, ieri ho avuto da fare, ed eccomi qua, a parlarne adesso. Forse è meglio, quando si osservano le cose a una certa distanza.

Per esempio, lì per lì mi sarei lasciato prendere dall’entusiasmo che mi assale quando vedo, anche solo per tv, una piazza che vomita gente da tutte le parti. Lo ammetto, questi show mi piacciono. Anche se poi resto ogni volta deluso, da una manciata di anni a questa parte.

Per i premi, innanzitutto. Inutile che li elenchi, avrete già letto e riletto che Justin Bieber ha fatto incetta di statuette portandosene cinque a casa, mentre Taylor Swift che partiva avvantaggiata si è dovuta accontentare di una soltanto (però per la Miglior Canzone, che non è roba da poco). La maggior parte dei vincitori non era presente. Di alcuni s’è visto un filmato di ringraziamento, di altri neanche quello. Sempre di meno i premi annunciati e consegnati sul palco, mentre sono sempre di più quelli che vengono buttati là distrattamente, tra uno spot pubblicitario e l’altro. Tipo Miglior Artista Femminile. Tu sei lì che guardi la pubblicità, finisce lo spot, appare una grafica (Winner: Rihanna), e comincia lo spot successivo. Neanche la briga di perdere due minuti per annunciarli in diretta durante lo show.

Se guardate all’edizione del 2005, per esempio, il numero dei partecipanti era nettamente superiore a quello di oggi. Dieci anni dopo, ci restano solo le briciole, e pochissimi presenter di richiamo (che poi pare che il pubblico fosse in delirio più per le attrici di Pretty Little Liars che per chiunque altro).

Le performance live, quelle sono diventate il centro e il fulcro degli EMA. Prima erano l’accompagnamento della cerimonia di premiazione, adesso sono l’intrattenimento principale. Nel complesso, restano comunque al di sotto delle aspettative. Macklemore & Ryan Lewis, in apertura, ci hanno regalato un bel numero, anche se leggermente inferiore a quello dei VMA di quest’anno (peraltro con la stessa canzone). Sempre a proposito dei Video Music Awards, identica è stata l’esibizione di Justin Bieber. È tornato anche Pharrell Williams, forse il migliore di tutti insieme a Tori Kelly, che è stata meno scenografica, se così si può dire, ma ha cantato da dio: piacevolissimo il mix di canzoni (la sua Should’ve Been Us insieme ad altri brani famosi), e sul finale in duetto persino con Andrea Bocelli. Jason Derulo era più impegnato a ballare che a cantare, Ellie Goulding bravina ma un po’ sottotono, piena di energia Jess Glynne. La rivelazione, per il sottoscritto, sono stati i Twenty One Pilots, di cui ho sentito pochissima musica e che penso, dopo averli visti suonare davanti al Duomo, valga la pena di conoscere un po’ meglio.

Dispiace non aver sentito nessuna canzone nuova, a part Lay It All On Me dei Rudimental ed Ed Sheeran che, tra l’altro, era pure nelle vesti di conduttore. Simpatici lui e Ruby Rose, forse più nei filmati preregistrati e poi mandati in onda, visto che sul palco si sono visti poco.

Per il resto, erano a Milano, in Italia, e questo ci fa piacere. Tra tutti i cantanti che avevo votato, hanno vinto solo i Coldplay, e questo mi fa meno piacere. Vorrei che i premi ritornassero ad essere il cuore della serata. Forse sono a corto di idee quelli di MTV, e non sanno più come fare per rinnovarsi e ritornare ai fasti di una volta. Io ne ho già un paio per il prossimo anno (si terrà a Rotterdam), magari li chiamo.

P.S. Mi spiegate perché Marco Mengoni, vincitore come Miglior Artista Europeo, non era presente? A Milano? Lui che è italianissimo?

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