State alla larga da Crimson Peak

Quante storie di fantasmi avete mai sentito raccontare, da parenti, amici e conoscenti? Quante ne avete lette sui libri, quante vi hanno affascinato e impressionato tra film, serie tv e pseudo-reality? Quante cose abbiamo imparato, sulle anime che restano intrappolate nel mondo dei vivi per regolare un conto in sospeso, sui desideri di vendetta e i tentativi di reincarnazione degli spiriti dei morti, sulle case infestate, sui sensitivi, sulle sedute spiritiche? Fantasmi che soltanto una fotografia riesce a catturare, fantasmi che tentano di metterci in guardia da un futuro spaventoso.

L’immaginario collettivo dell’umanità intera è popolato da ectoplasmi e affini che ritornano, decennio dopo decennio, secolo dopo secolo, con le stesse invariate caratteristiche che tutti noi già conosciamo. Caratteristiche che bisogna saper sfruttare, e combinare ogni volta in maniera diversa per ottenere un risultato soddisfacente.

È questo, sostanzialmente, il nodo che Crimson Peak non riesce a sciogliere. Se avete già visto La madre, questi fantasmi non vi stupiranno; se avete familiarità con l’universo burtoniano, vi sembrerà di ritrovarci qualcosa; se siete già passati per La spina del diavolo, constaterete una perdita di originalità tra quella e questa creatura di Guillermo Del Toro. In definitiva, se avete visto anche solo una manciata di film horror nella vostra vita, troverete che è l’idea che manca del tutto.

La parte migliore del film sta certamente nell’elemento visivo, che prende forma nella casa (popolata da fantasmi, appunto) con un buco nel soffitto che permette alla neve di caderci dentro, mentre dalle fondamenta e attraverso le pareti l’argilla rossa penetra dappertutto. È l’intuizione più suggestiva, su cui però hanno lavorato molto poco, lasciando spazio invece ad un plot che poteva impressionare cent’anni fa, di sicuro non oggi che tutto questo è stato già sentito, osservato, immaginato.

Anche come thriller Crimson Peak è deboluccio, e arrivati al primo tempo lo spettatore ha intuito da un pezzo chi sono i buoni, chi i cattivi, e quale è la soluzione del mistero, che di misterioso dunque ha poco e niente. A nulla vale l’impegno dei protagonisti, Jessica Chastain in primis, a seguire Tom Hiddleston e infine Mia Wasikowska: per quanto si impegnino, non hanno che un’esile storia su cui basare le loro interpretazioni.

Quei fantasmi che dovevano servire da metafora del legame con il passato hanno un ruolo più marginale di quanto fosse necessario, e l’ingrediente sovrannaturale pare mero contorno, sicché viene da pensare che la storia si poteva raccontare benissimo anche senza il soccorso dei defunti, e che siano stati inseriti soltanto per far leva sulla curiosità del pubblico al botteghino.

VOTO: 4

Una replica a “State alla larga da Crimson Peak”

  1. Mi spiace dirtelo ma…non capisci niente di cinema (e non è un insulto, ma te lo dico perché non fa per te il cinema) continua a seguire il calcio o i motori) tutti sono intenditori, ma non lo si può essere in tutto)

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