Quando arriva il Natale, mi viene sempre in mente di quando, da piccoli, mia sorella ed io guardavamo fiumi di film alla tv, rigorosamente a tema natalizio. Avevamo un tappeto che poggiavamo a terra in salotto e ci stendevamo sopra, la mattina, quando mamma e papà andavano a lavoro e noi restavamo soli. Guardavamo di tutto, compresi quei film di scarso valore destinati direttamente al circuito televisivo, le cui trame finiscono per assomigliarsi tutte: c’è sempre qualcuno che detesta il Natale e che finisce per festeggiarlo in allegria con amici e parenti. Tante le declinazioni possibili, dalla giovane donna che troverà l’amore sotto il vischio, all’uomo di mezza età che si scopre improvvisamente figlio di Babbo Natale. Già da piccolo sapevo che quei film non valevano niente, ed ero capacissimo come chiunque altro di indovinarne il finale fin dai titoli di testa, ma adoravo il Natale, e li guardavo con piacere.
Abbiamo visto e rivisto per anni sempre le stesse cose. Si cominciava con Fantaghirò, che aspettavamo ogni anno per poterlo guardare un’altra volta ancora, e di cui adesso ricordo a malapena il volto di Alessandra Martines, un’oca e una pietra parlante. Della storia, non saprei dirvi niente.
Guardavamo tanti cartoni, come Balto, di cui avevamo pure una videocassetta, e mi chiedo se lo trasmettono ancora. I miei preferiti, erano quelli targati Disney, con Topolino, Paperino e compagnia bella. Una volta, avrò avuto quindici o sedici anni, scoprii una versione del Canto di Natale con Paperon de’ Paperoni nella parte di Scrooge, e me ne innamorai subito. Non vi nascondo che un paio di quei cartoni Disney sul Natale ce li ho anche in dvd.
Dovevo essere ancora più grande quando mia sorella mi fece vedere per la prima volta Nightmare Before Christmas, uno di quei capolavori che vale la pena riscoprire ogni anno. Quello che forse ho visto più d’ogni altro è l’immancabile Mary Poppins, coi suoi pinguini e i suoi spazzacamini, che lo mandino in tv di pomeriggio o di sera, verso la fine di dicembre o ai primi di gennaio.
Il secondo posto, probabilmente, spetta a Mamma, ho perso l’aereo, uno di quei film che apprezzi quando sei bambino, ma rivederlo da grandi fa tanto bene. Pian piano, sono arrivati Il Grinch, Love Actually, Un amore sotto l’albero e le commedie con Tim Allen.
Confesso che, invece, non ho mai visto il finale di Una poltrona per due. Centinaia di volte la prima mezz’ora, e ancora non so come va a finire. Mi pare anche di ricordare che a mia sorella piacesse Miracolo nella 34ª strada, quello degli anni Novanta, un altro di cui ricordo ben poco.
Probabilmente è questo il filo conduttore di tutti i film e cartoni sul Natale che ho visto fino ad ora, che ho finito col dimenticarli quasi tutti. Tranne rare eccezioni, mi è rimasto (quasi) solo il ricordo del piacere che provavo a guardarli. Non mi dispiace aver dimenticato gli innumerevoli cinepanettoni che mi son sciroppato Natale dopo Natale. Anche lì, mi è rimasta soltanto una sensazione, stavolta però per nulla piacevole. Ma Natale, da noi, è anche questo.
Ogni anno, quando il Natale si avvicina, mi ripeto che è la volta buona per rivedere Bing Crosby, e James Stewart, e Macaulay Culkin, e Topolino, e Tim Burton, e poi niente. Me li lascio sfuggire tutti. Tanto lo so che, presto o tardi, li rivedrò uno ad uno, e magari mia sorella mi farà di nuovo compagnia. Nel frattempo mi accontento di ritrovare per l’ennesima volta Mary Poppins.
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