Di tutti i film del 2015 destinati ad arrivare da noi soltanto quest’anno, abbiamo atteso Il caso Spotlight e La grande scommessa, Tarantino e l’ultimo di DiCaprio, e a Brooklyn neanche le briciole. Accade talvolta che i riflettori siano puntati dove si vuole che guardiamo, ma chi l’ha detto che quel che resta nell’ombra non meriti anche soltanto una sbirciatina?
Che poi, di ombre, in Brooklyn ce ne sono ben poche. È la prima cosa che si nota, una calda illuminazione costante, anche quando le scene sono girate in interni, o quando la luce è quella dei cieli freddi dell’Irlanda. Ci sono colori vividi dappertutto, gli azzurri dell’Atlantico, i verdi dei prati, i rossi dei rossetti sulle labbra delle ragazze, accarezzati da una indescrivibilmente delicata colonna sonora che intenerisce e alleggerisce insieme.
Brooklyn è un film che avrebbe potuto essere assai più penoso, è il rischio che si corre quando si ha a che fare con la perdita e la nostalgia di casa, l’emigrazione degli europei in America negli anni Cinquanta e la sensazione di essere divisi in due, e invece vola via velocemente, per le risatine di un gruppo di acidule pettegole, o una sfacciata compagna di viaggio, o un divertente ragazzino di origini italiane, per i frequenti cambi di scenari e una sceneggiatura che non conosce momenti vuoti.
Una folla di comparse di primo livello si avvicenda attorno a Saoirse Ronan, la ragazza che a 13 anni diede magnifica prova di sé in Espiazione, ed tornata più brava di prima. Brooklyn non è un film sull’Irlanda o sul sogno americano, e non è nemmeno una semplice storia d’amore, benché tutto questo sia presente. È più che altro un film sull’emancipazione e sulla conquista di uno spazio tutto per sé, messa a dura prova quando una tragica circostanza richiama Eilis alla sua città natia, e la costringe a scegliere tra gli affetti di sempre e la vita che si è costruita al di là dell’oceano.
Se devo essere sincero, avevo delle aspettative molto basse, e invece mi ci sono voluti pochissimi secondi per innamorarmi. Non prendetela come una recensione, ma piuttosto come un suggerimento. Se vi capita, guardate Brooklyn.
VOTO: 10
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