Trascorse due ore di red carpet, previsioni e interviste, in cui tutti, ma proprio tutti, sono bellissimi e visibilmente contenti, una folla luminosa si accalca nei pressi del Kodak Theatre e l’entusiasmo e palpabile, gli Oscar cominciano. Gli 88esimi, per la precisione. Pare che Tom Hardy si sia fatto la passerella con gli occhiali da sole, ma purtroppo me lo son perso.
In apertura, una clip con un mix di tutti i grandi titoli del 2015. Dopodiché, la parola passa a Chris Rock, l’intrattenitore della serata che sceglie di cominciare il suo discorso ironizzando sulla controversia sull’esclusione dei neri alle nominees di quest’anno.
Emily Blunt e Charlize Theron sono le prime due presenter della serata, per la categoria Miglior Sceneggiatura Originale. Dicono che gli sceneggiatori sono la spina dorsale del cinema, e hanno ragione. Vince Il caso Spotlight, e si preannuncia la prima vittoria di una lunga serie.
Segue subito dopo l’accoppiata Russell Crowe -Ryan Gosling per la Miglior Sceneggiatura non Originale, e a vincere è – prevedibilmente mi viene da aggiungere – La grande scommessa. Quest’anno i discorsi dei vincitori sono più brevi, e la lunga lista delle persone da ringraziare viene affidata a una scritta che scorre in sovrimpressione. Mi pare di scorgere pure una critica neanche troppo velata a Donald Trump.
Chris Rock continua a fare ironia sulla faccenda dei neri, proponendo una simpatica parodia di alcuni dei film candidati in cui al posto dei veri protagonisti compaiono attori di colore, compresa Whoopi Goldberg. Poi arriva il turno di Sam Smith che canta The Writing’s On The Wall, e non sembra Sam Smith. La voce è quella, ma è talmente cambiato che se non cantasse nessuno potrebbe dire che sia lui. E in effetti, io non ne sono ancora convinto.
È la volta del recap dei candidati all’Oscar per il Miglior Film. Si inizia con Henry Cavill e Kerry Washington che presentano Sopravvissuto – The Martian e La grande scommessa.
J. K. Simmons consegna il premio alla Miglior Attrice non Protagonista ad Alicia Vikander (per The Danish Girl), comprensibilmente emozionatissima, e si vede che anche Eddie Redmayne è commosso. Voglio far presente la difficoltà di seguire gli Oscar e di scrivere con accanto la mia amica che tenta di sbirciare, dietro la minaccia che se non la faccio leggere mi stacca il wi-fi.
A Cate Blanchett il compito di annunciare chi vince per i Migliori Costumi, ed è la costumista di Mad Max: Fury Road. Se non vincerà come miglior film, com’è probabile che accada, almeno una soddisfazione se la porta a casa.
Anche la Miglior Scenografia è per Mad Max, con Steve Carell e Tina Fey a consegnare il premio, e siamo già a due soddisfazioni.
Hairstylist e truccatori vengono giustamente premiati da una fascinosissima accoppiata, Margot Robbie e un Jared Leto che s’è spuntato la barba per l’occasione. Per Mad Max le cose si stanno mettendo più che bene, visto che vince di nuovo arrivando a quota tre Oscar.
Altri due candidati per il Miglior Film sono Revenant – Redivivo e Mad Max: Fury Road, e ce li presentano Jennifer Garner e Benicio Del Toro. In sala c’è uno con un costume da orso, evidente beffa per Leo, un po’ teso a quanto pare. Ovviamente tutti si chiedono se quest’anno ce la farà a vincere. Bisogna pazientare ancora un po’ per scoprirlo, sono appena le 3.30.
Sono presenti anche Michael Rezendes e Joy Mangano, quelli veri, che hanno ispirato Il caso Spotlight e Joy. Entrano Rachel McAdams e Michael B. Jordan per dirci chi si aggiudica la statuetta per la Miglior Fotografia. Vince Revenant. Lo stesso direttore della fotografia che l’anno scorso vinse con Birdman. Speriamo sia solo la prima vittoria per questo film.
La più bella di questi Oscar 2016 è probabilmente Priyanka Chopra, che insieme a Liev Schreiber consegna il premio – il quarto – a Mad Max per il Miglior Montaggio. Un’altra mia amica s’è addormentata, non ha resistito. S’è svegliata solo per chiedere se DiCaprio ha già vinto.
Chadwick Boseman, che purtroppo non ho il piacere di conoscere, e Chris Evans arrivano per comunicarci che Mad Max sta facendo man bassa, e vince anche per il Sonoro e il Montaggio Sonoro.
Non sapevo ci sarebbe stato anche Andy Serkis. Uno come lui non poteva che assegnare l’Oscar ai Migliori Effetti Speciali che, sorprendentemente, vista la concorrenza, va a Ex Machina.
La cosa più divertente finora sono i Minions che consegnano il premio per il Cortometraggio d’Animazione, in un breve cartoon realizzato appositamente. Vince Bear Story, ed è il primo Oscar per il Cile. In un’altra clip animata, Buzz Lightyear e Woody rivelano che il Miglior Film d’Animazione è Inside Out. Ce lo aspettavamo tutti.
Kevin Hart ritorna sulla presunta esclusione degli attori neri dalle principali categorie, ma sembra più serio del suo collega Chris Rock. Si stanno prendendo troppo sul serio con questa vicenda. Introduce The Weeknd che canta Earned It, che dal vivo sembra pure meglio. Credo sia l’unica nomination che avrebbe mai potuto avere Cinquanta sfumature di grigio, come Miglior Canzone, ed è già tanto che ne abbia avuta una.
Altri due film candidati nella principale categoria. Sono Il ponte delle spie e Il caso Spotlight. Ce li presentano Kate Winslet e Reese Whiterspoon, entrambe più belle del solito e malamente vestite. C’è pure Spielberg tra il pubblico.
Torna Patricia Arquette per il Miglior Attore non Protagonista. Qui da me dicono che dovrebbe esserci tra i candidati pure l’orso con cui ha combattuto Leo. Ci si aspetta che vinca Stallone. E invece vince Mark Rylance, per Il ponte delle spie, che prima di ritirare il premio va a salutare Spielberg.
Dev Patel, anche lui non tanto riconoscibile, e Daisy Ridley proclamano il Miglior Documentario, che come tutte le previsioni dicevano è Amy, su Amy Winehouse. Whoopi Goldberg ricorda gli Oscar onorari a Spike Lee e Gena Rowlands, già annunciati mesi fa.
Dave Grohl suona e canta l’accompagnamento musicale per quello che è da sempre il momento più commovente della serata, quello dedicato alla memoria di chi ci ha lasciato nell’ultimo anno, tra cui Christopher Lee, Ettore Scola, Alan Rickman, Wes Craven, Leonard Nimoy e Maureen O’Hara.
I piccolissimi Abraham Attah e Jacob Tremblay presentano il premio Miglior Cortometraggio. Lieve ironia, sono due piccoli attori e consegnano il premio ad un piccolo film. Vince Stutterer.
Byung hun-Lee e Sofia Vergara premiano Il figlio di Saul come Miglior Film Straniero, ed è il secondo Oscar per l’Ungheria.
Standing ovation per Joe Biden, il vicepresidente USA accorso a parlare di violenze sessuali, e dà giustamente il benvenuto a Lady Gaga e alla sua performance di Til It Happens to You. Applausi meritatissimi, la sua esibizione fa venire la pelle d’oca.
Sono le 5.21, stanno per annunciare chi vincerà per la Miglior Colonna Sonora e la stanchezza si fa sentire. Trionfa Ennio Morricone, abbracci con i presenter Quincy Jones e Pharrell Williams. In sala tutti si alzano. Lui piange, anche tanti altri, e dedica il premio alla moglie. I due vincitori dello scorso anno, Common e John Legend, tornano per una sorta di passaggio di testimone per la Miglior Canzone, che si aggiudica The Writing’s On The Wall e i suoi due autori Jimmy Napes e Sam Smith, orgoglioso di ricevere il premio a nome della comunità LGBT.
Ultimi due film candidati, Room e Brooklyn. Ce li mostrano Olivia Wilde e Sacha Baron Cohen. Ormai manca poco alla fine.
J. J. Abrams entra in scena per proclamare il vincitore per la Miglior Regia. Sorpresa sorpresa, rivince Inárritu. Non l’avrei mai detto. Pensavo il favorito fosse George Miller, e invece Inárritu fa il bis, con Revenant. Non sono in molti a poter vantare di aver vinto due volte in questa categoria.
S’è fatto tardi, lo dice pure Chris Rock, che da loro saranno circa le 21, figurarsi da noi che sono le 5.43. Ecco, arriva Eddie Redmayne per la Migliore Attrice Protagonista. Dovrebbe essere Brie Larson, vediamo se le nostre previsioni sono corrette. E infatti è così. Sono supercontento. Ma lo sarei stato anche se avesse vinto un’altra qualunque delle candidate.
Julianne Moore consegna l’Oscar al Miglior Attore Protagonista. Posso dirlo? Lo posso dire? Ha vinto Leo. Leonardo DiCaprio. Lui è felicissimo, tenta di contenersi, ma si vede, e nel discorso di ringraziamento spende due parole a favore di una delle cause per cui combatte da sempre, quella ambientale.
Dulcis in fundo, Morgan Freeman, chiamato ad annunciare la vittoria più importante. La miglior pellicola del 2015 è Il caso Spotlight. Salgono sul palco anche Michael Keaton, e Rachel McAdams, e Mark Ruffalo, ma stranamente non si vede il regista Tom McCarthy.
Finita. Anche questi Oscar sono andati. Da domani, o meglio, visto che è già domani, tra poche ore i tg, i social e tutti i canali di informazione parleranno solo di DiCaprio. Bravo, bis, evviva. Al prossimo anno.
Oscar onorario: Spike Lee e Gena Rowlands
Miglior Cortometraggio: Stutterer
Miglior Cortometraggio d’Animazione: Bear Story
Miglior Cortometraggio Documentario: A Girl In The River – The price of forgiveness
Miglior Sonoro: Mad Max: Fury Road
Miglior Montaggio Sonoro: Mad Max: Fury Road
Migliori Costumi: Mad Max: Fury Road
Miglior Trucco e Acconciature: Mad Max: Fury Road
Miglior Montaggio: Mad Max – Fury Road
Migliori Effetti Speciali: Ex Machina
Miglior Fotografia: Revenant – Redivivo
Miglior Colonna Sonora: Ennio Morricone (The Hateful Eight)
Miglior Canzone: The Writing’s On The Wall (Jimmy Napes e Sam Smith), dal film Spectre
Miglior Scenografia: Mad Max: Fury Road
Miglior Sceneggiatura Originale: Il caso Spotlight
Miglior Sceneggiatura non Originale: La grande scommessa
Miglior Documentario: Amy
Miglior Film d’Animazione: Inside Out
Miglior Film Straniero: Il figlio di Saul
Miglior Attrice non Protagonista: Alicia Vikander (The Danish Girl)
Miglior Attore non Protagonista: Mark Rylance (Il ponte delle spie)
Miglior Attrice Protagonista: Brie Larson (Room)
Miglior Attore Protagonista: Leonardo DiCaprio (Revenant – Redivivo)
Miglior Regia: Alejandro G. Inárritu (Revenant – Redivivo)
Miglior Film: Il caso Spotlight
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