Le forme primitive di intelligenza artificiale si sono rivelate molto utili, ma penso che il loro futuro e pieno sviluppo potrebbe condurre all’estinzione della razza umana.
La citazione è di Stephen Hawking, in un’intervista alla BBC, e mi è tornata in mente dopo aver visto Ex Machina. Vale a dire uno di quei film che ti mettono di fronte alla domanda: dov’è che finiscono gli ingranaggi e comincia l’essere umano?
Caleb lavora per una grossa azienda, e ottiene la possibilità di trascorrere una settimana nella casa-fortezza dell’amministratore delegato, e assistere alla realizzazione di un nuovo progetto. Nathan ha costruito una macchina che è più di un semplice robot, dotata di intelligenza artificiale, fascino e credibilità.
Trovandosi tra due fuochi, Caleb dovrà scegliere tra la verità di Nathan e quella della seducente Ava, e avrà modo di constatare che le cose non sono sempre quello che sembrano.
Ava ha gli occhi, il volto e le movenze di Alicia Vikander, e se non fosse per lei sarebbe stata meno vera di quel che sembra. Nathan ha lo sguardo, la barba e i muscoli di Oscar Isaac, e se non fosse per lui sarebbe stato meno folle di quel che è.
Insieme, ci hanno dato uno dei migliori androidi degli ultimi tempi e una delle più incredibili scene del 2015, quella di un brillo Oscar Isaac che balla al ritmo della disco music.
Ex Machina è una delle pellicole più sorprendenti dello scorso anno. Ci si perde tra le inquietanti luci rosse e l’incertezza delle nostre sensazioni, tra il delirio di onnipotenza, la scoperta che ciò che abbiamo creato può distruggerci, e le interpretazioni di un cast tutto giovane e azzeccato. Last but nost least, il protagonista Domhnall Gleeson, rivelazioni di un 2015 che l’ha portato anche a partecipare a Brooklyn, Revenant e Star Wars. Mica male.
VOTO: 8
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