Francamente, non sono un fanatico delle saghe, dei sequel, dei prequel e dei reboot. Ok, forse qualche reboot sì, ma i sequel proprio no. Soltanto 1 su 10 è veramente riuscito, magari un altro paio è comunque accettabile, ma il resto sono soltanto spiacevoli tentativi di replicare il genio e il successo del primo capitolo.
Eppure ogni volta una chance gliela concedo, a questi sequel. Con molte o poche aspettative, comunque ci provo. Ci ho provato anche con Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, da cui una cosina in più quasi la pretendevo.
Nel 2002 irrompe sugli schermi questa commedia brillante, che crea un’associazione di parole tanto riuscita che già il titolo da solo ha ottenuto una popolarità tutta sua. Nia Vardalos aveva ideato questa famiglia americana così chiassosa, invadente e fin troppo fiera delle sue origini greche, e si era praticamente cucito addosso il personaggio dell’impacciata, bruttina e tanto simpatica Toula, per niente convinta della necessità d trovarsi un bell’uomo di stirpe ellenica da sposare.
Il vil denaro, e nient’altro che quello, è bastato a mandare tutto all’aria. Più di dieci anni dopo ritornano tutti uguali, invariati, altrettanto chiassosi e invadenti ma non più divertenti, perché non hanno più una ragione per essere quello che sono.
Il film si apre con le stesse situazioni, persino con le stesse battute con cui si era aperto quello precedente. A seguire, la sceneggiatura, scritta stavolta da una Nia Vardalos in pessima forma, mette tanta carne a cuocere come si fa quando si vuole mascherare la mancanza di originalità con una finta abbondanza di idee.
Ma il fuoco è poco, e resta tutto crudo, con risultati indigeribili. C’è una figlia adolescente in conflitto con la madre, ma non si sa perché, e mai si saprà, dal momento che tutte le energie si riversano su quella che diventa poi la trama principale: un breve allontanamento tra il patriarca Gus e la sua autorevole moglie Maria, tra l’altro dettato da motivi futilissimi.
Passa inosservato anche il fatto che i due protagonisti stiano vivendo una fase di crisi coniugale, che nasce e muore senza quasi che ce ne accorgiamo, mentre loro due restano relegati sullo sfondo più di quanto dovrebbero.
New entries di poco spessore, che non si integrano nel cast storico, e gag ripetitive completano il quadro. Deplorevole, devo dire, come lo scopo che ha messo in piedi tutta la baracca, che sicuramente non è artistico. Dice bene il tagline pubblicitario, la gente cambia, ma i greci no, e infatti niente è stato rinnovato.
Da cui la conclusione, che poi è l’introduzione di prima: ma i sequel che li facciamo a fare?
VOTO: 3
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