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95. Roberto Benigni – Guido Orefice (La vita è bella, 1997)
L’uomo che visse due volte, personaggio schiacciato tra un contesto storico terribile e un ruolo, quello paterno, che non ammette cedimenti, e che lo costringerà a reinterpretare la realtà per farla accettare al figlio. Roberto Benigni, assieme a Vincenzo Cerami, si inventa un ebreo toscano, personaggio apparentemente non complesso ma capace di rivelare una profondità d’animo e una forza di spirito che salverà il figlio Giosuè e la moglie Dora. Indimenticabile la scena della spiegazione delle leggi razziali al figlioletto ingenuo e la fine, con Guido che va verso la morte fingendo la vita.
94. Peter Fonda e Dennis Hopper – Wyatt e Billy (Easy Rider, 1969)
Nel 1969 Dennis Hopper scatta un’istantanea epocale del Sogno Americano, ma gli unici a uscirne a fuoco sono proprio i due protagonisti, assieme al povero George Hanson (Jack Nicholson), massacrato in una notte di sogni venusiani. Tra filosofia hippy e ribellismo rock, due ruoli diventati sinonimo dell’on the road americano, anche se il film rimane soprattutto una ballata amara e dolente sulla tolleranza. Casomai ve lo foste chiesti, quando Fonda, Hopper e Nicholson fumano marijuana nel film, non recitano, ma aspirano.
93. Sigourney Weaver – Ellen Ripley (Alien, 1979)
E pensare che uno dei più bei personaggi femminili degli ultimi trent’anni, nelle prime stesure della sceneggiatura, era ancora l’ennesimo personaggio maschile. Poi l’autore Dan O’Bannon capì che sarebbe diventato tutto un altro film e salvò l’ufficiale Ellen Ripley da sicura fine, mandandola comunque subito in pasto all’Alien. Personaggio che vale una carriera per una Sigourney Weaver androgina e mascolina, ma nonostante questo (o proprio per questo) affascinante e sexy, che si aggira per le astronavi in slip e canottiera e combatte qualcosa che va oltre la creatura aliena.
@tratto da I magnifici 100, supplemento a Ciak del 2005, a cura di Andrea Morandi (Mondadori editore)
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