Ricordo ancora quando Napoleon Dynamite spopolò agli MTV Movie Awards: era il 2005, e in lizza per il titolo di film dell’anno c’erano anche Spider-Man 2 e Kill Bill vol. 2. Tra gli altri film che si accaparrarono una nomination c’erano Mean Girls, Million Dollar Baby, Troy, Collateral, The Day After Tomorrow. Alla fine la spuntò proprio Napoleon Dynamite, e io davanti alla tv a chiedermi da dove cavolo fosse uscito questo sconosciuto strampalato che, di certo, doveva avere una marcia in più per spuntarla su tutti gli altri.
Negli anni mi sono più volte ripetuto di dover sopperire a questa mia mancanza, e ogni volta ho rimandato, perché i propositi falliscono sempre, buoni o non buoni che siano (ma questo è un altro paio di maniche). Fino ad oggi. Adesso posso dire di aver visto Napoleon Dynamite.
Una pellicola sugli adolescenti della generazione Y targata USA, fatta per parlare agli adolescenti, un cult moderno del mai troppo saturo genere teen comedy che, a giudicare dal favore di pubblico e critica, ha fatto centro. Allora qualcosa non mi quadra. Perché visti i consensi generali, devo essere io a non averlo capito.
Tutto comincia con una gustosa sequenza per i titoli di testa, e già mi immaginavo ad assaporare un altro gioiellino della Fox Searchlight in stile Juno. La delusione è stata inversamente proporzionale all’attesa (se così si può dire, non ricordo molto di matematica).
Il problema più grande, per andare dritti al punto, è che il film è costruito con una buona dose di stupidità che si vuole che noi prendiamo sul serio. Napoleon Dynamite, il personaggio che dà il nome al film, è un sedicenne bruttino e imbranato che definire sfigato è fargli un complimento. Ma il povero ed emarginato Napoleon (al secolo Jon Heder) funzionerebbe meglio se fosse circondato da personaggi credibili che aiuterebbero a dargli risalto, anziché da un manipolo di individui che non incontreresti neanche in una casa di cura. E tutta questa stupidità, se non è sorretta da intenti parodici o non è immersa in un’atmosfera assurda e demenziale, non fa ridere.
Deb, Kip, la nonna, lo zio Rico, l’amico Pedro, è davvero difficile riuscire a credergli, è davvero difficile simpatizzare con loro. Non che la trama li aiuti, perché non succede niente. Dati i presupposti, mi aspetterei di veder precipitare la situazione in un baratro di conseguenze improbabili, e invece nulla. Nada.
Solo raramente le intenzioni comiche si fanno chiare e il film riesce a strappare qualche sorriso, non più di quanti possiate contarne su una sola mano. Forse Napoleon sarebbe potuto essere altrettanto sfigato, altrettanto insopportabile eppure al tempo stesso più amabile, una sorte di pre-Sheldon Cooper ma senza la sua intelligenza, uno di quei personaggi coi quali non puoi identificarti e a cui, ciononostante, impari a voler bene.
O forse no, perché ho letto che quello di Napoleon è già uno dei personaggi più riusciti di questo nuovo millennio, e che diverse testate autorevoli hanno definito il film uno dei capolavori comici degli anni 2000. Mea culpa, ma d’altronde nessun film può piacere proprio a tutti. Non c’è niente da fare, la comicità è soggettiva.
VOTO: 5
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