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71. Jack Lemmon e Walter Matthau – Felix Ungar e Oscar Madison (La strana coppia, 1968)
Oscar è un giornalista sportivo felicemente disordinato, ha una casa tutta per sé e dei sandwich in frigo che ordina per colore, un sigaro sempre in bocca, un poker settimanale con gli amici e un paio di donne quando possibile. Felix è invece tristemente separato, maniaco dell’igiene e dell’ordine, depresso ipocondriaco e ossessionato dalla cucina e dalla pulizia, molto irritabile e capace anche di mandare telegrammi di suicidio. Lo scontro sarà inevitabile.
70. Bruno Ganz – Damiel (Il cielo sopra Berlino, 1987)
Nel 1987, a Muro ancora in piedi, Wim Wenders prende casa a Berlino e decide di rendere omaggio a una città offesa dalla Storia. Wenders chiamò Peter Handke e assieme costruirono una sceneggiatura che si fece poesia in più di una sequenza, modellando la vicenda sull’andatura ingenua e quasi chapliniana del Damiel di Bruno Ganz, angelo caduto in volo che riesce a non perdere il suo sguardo infantile nemmeno da adulto.
69. John Travolta – Tony Manero (La febbre del sabato sera, 1977)
Camminata sciolta e slanciata, camicie sgargianti e capelli cotonati, bavero a punta, pantaloni a zampa d’elefante e stivaletti con tacco, Tony, per quanto appariscente, è un ragazzo semplice e buono, ingenuo e genuino, che inizia a essere insofferente al suo mondo e alla sua condizione proletaria. Per ottenere la parte dello scatenato Tony Manero, Travolta ballò tre ore al giorno e perse dieci chili: fu talmente convincente e perfetto nei panni stretti del danzante Tony, che l’anno dopo sarebbe diventato anche Danny Zuko nel’altrettanto memorabile Grease.
@tratto da I magnifici 100, supplemento a Ciak del 2005, a cura di Andrea Morandi (Mondadori editore)
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