Invito a cena con delitto

Forse anche voi avrete provato quella sensazione di fastidio di quando, arrivati in fondo ad un romanzo giallo, ci si accorge che la soluzione del mistero è talmente assurda che nessuno avrebbe mai potuto indovinarla. Ore ed ore ad inseguire la vostra idea sull’identità dell’assassino, per poi scoprire non soltanto che non è chi avevate sospettato, ma che l’autore pare come impazzito, ad aver tirato fuori dal cilindro un nome che fino ad allora non s’era nemmeno sentito.

Invito a cena con delittoE quando poi gli investigatori prendono la parola per spiegare come hanno fatto a risalire al colpevole, non avvertite un misto di sdegno e delusione per quel finale così deludentemente illogico? È una cosa che accade in letteratura come al cinema, e si direbbe quasi che lo scopo sia quello di farsi beffe di noi, che stiamo dall’altra parte e ci arrovelliamo la testa per cercare di capirci qualcosa prima che si arrivi alla parola fine.

Nel 1976, un piccolo gioiellino intitolato Invito a cena con delitto provò a prendersi la rivincita contro i detective da strapazzo, che per anni ci hanno appassionato con le loro indagini a tal punto da indurci a provare a sciogliere gli intrighi insieme a loro, salvo poi farci presente, all’ultimo minuto, che non eravamo all’altezza.

Succede così: cinque investigatori, i più celebri al mondo, si recano su invito nella villa di un milionario, ciascuno di loro con un accompagnatore al seguito. Fanno dieci invitati in tutto, in perfetto stile Dieci piccoli indiani, che scimmiottano Miss Marple ed Hercule Poirot, passando per Charlie Chan, Sam Spade e i coniugi Nick e Nora Charles. Fa sorridere il fatto che uno di loro sia interpretato da Peter Falk, lo stesso che in quegli anni interpretava Colombo in tv, mentre Nancy Walker era in McMillan e signora.

Invito a cena con delittoIl padrone di casa li informa che a mezzanotte in punto si compirà un atroce delitto, di cui si macchierà uno di loro, e che non saranno in grado di risolvere. E in effetti, ce la metterà tutta per non fargli capire neanche un’acca, e affinché se ne vadano portandosi con sé l’amarezza di un caso insoluto. È inutile che ci proviate anche voi: la trama precipita volutamente in un abisso di nonsense, prendendo in giro il filone thriller e prendendosi anche un po’ in giro da sola – persino troppo, alla fine, rischiando di rovinare l’atmosfera con un surplus di inaspettata ridicolaggine.

Il tutto è condito con abbondanza di sottile, brillante ironia, dal gustoso sapore british e con un tocco di stravaganza, immerso in una sceneggiatura che è un omaggio al bizzarro e al grottesco. Anche se la cena, per gli ospiti, alla fine non arriverà mai. Eccezionale il cast che riunisce David Niven, Maggie Smith, Alec Guinness, Peter Sellers, Elsa Lanchester e James Cromwell, per non tacere della presenza di Truman Capote nel suo unico film.

No, è impossibile riuscire a venirne a capo. Ma guardatelo lo stesso, e se volete tentar di capirci qualcosa, non dimenticate una regola fondamentale: l’assassino è sempre il maggiordomo.

VOTO: 8

Invito a cena con delitto

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