Ai Golden Globe del 1993, Meryl Streep strappò l’ennesima nomination della sua carriera come protagonista de La morte ti fa bella. Fu una (parziale) ingiustizia. L’attrice aveva una co-protagonista che riusciva a tenerle testa senza fatica. Si trattava dell’ottima Goldie Hawn. Al loro fianco, l’altrettanto notevole Bruce Willis, in un ruolo che non pretendeva altro che tirasse fuori la sua verve comica, senza bisogno di essere rude o belloccio.
L’unico premio importante che il film abbia mai vinto fu l’Oscar ai migliori effetti speciali. Forse è per questo che ci si ricorda di La morte ti fa bella. Ma non è tutto.
Se ci fermassimo qui, sarebbe un tantino riduttivo. Dire che il film si fa ricordare per i suoi effetti speciali, vuol dire che si fa ricordare per quella che in fondo è la sua sostanza. Per quella trama che cammina di pari passo con gli effetti speciali.
La morte ti fa bella è una deliziosissima commedia nera in chiave grottesca, girata da quell’innovatore non sempre compreso che è Robert Zemeckis e scritta dallo stesso David Koepp che firmerà poi Jurassic Park e Carlito’s Way. Meryl e Goldie sono due donne di mezz’età innamorate più della loro pelle che di Bruce Willis, pronte a contendersi l’uomo e a lottare disperatamente contro gli anni che passano.
L’ossessione per la bellezza e la giovinezza non saranno certamente nuove al cinema, eppure sta di fatto che La morte ti fa bella riesce a brillare di luce propria, senza che manchi mai di originalità, arguzia e divertenti bizzarrie (e ce ne sarebbero da ricordare).
Ben pochi di questi momenti, forse nessuno, si sarebbero potuti realizzare senza il ricorso alla computer grafica, ma se la tecnologia ha costruito l’immagine, la sceneggiatura, la trama, il piglio comico e paradossale hanno fatto il resto. D’altronde, si può gioire anche solo per la curiosità di vedere Meryl Streep cimentarsi in un numero da cabaret nella scena iniziale, o per l’Isabella Rossellini con le sue grazie al vento nei panni (si fa per dire) di un curioso cerimoniere di corte, o per il simpatico motivetto della colonna sonora.
Ma sono più dell’opinione che quando regia, scrittura e cast incrociano i loro talenti, ne vien fuori un gioiellino. È questo che rende La morte ti fa bella così irresistibile. Questo, e scene come quella qui sotto.
VOTO: 10
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