Fuocoammare

Quando ho sentito che l’Italia ha scelto Fuocoammare come candidato per l’Oscar al film straniero, ho pensato che avevamo qualche possibilità. Non dico di vincere, ma perlomeno di entrare nella cinquina. Pur non avendolo ancora visto, considerando quanto all’Academy piacciano i temi forti.

Ora l’ho visto. Posso dire? È di una noia mortale.

FuocoammareE pensare che avevo il sospetto che si trattasse di un documentario sui migranti a Lampedusa. Ci saranno sì e no tre scene in tutto sugli sventurati che arrivano ogni giorno sulle nostre coste, la cui potenza espressiva è annullata da una miriade di cose che non c’entrano nulla.

Un bambino che colpisce gli uccelli con la fionda, una vecchina che cuce, poi ancora il bambino che studia l’inglese, un’altra vecchietta che prepara il pranzo, poi di nuovo il bambino su una barca a remi… Diciamo che è un po’ come se girassi un film sulle mie abitudini giornaliere, con me che vado in bagno, poi mangio un piatto di pasta, poi mi arrabbio con il modem perché non va la connessione…

È tutto così. Immagini che ti fanno domandare che cavolo c’entrano con gli immigrati due ragazzini che accendono petardi in un cactus, o sulle quali ci si sofferma troppo a lungo. Ho capito che il regista aveva voglia di riprendere una signora che rifà il letto, ma dovevamo vederlo proprio tutto?

Forse ce l’abbiamo una speranza per gli Oscar. Di fronte a queste cose siamo fatti così, facciamo piovere premi e complimenti su un film che ha a che fare (“racconta” è un parolone) con la crisi dei migranti solo perché il tema è forte.

Credo, invece, che Gianfranco Rosi abbia sposato la causa con buone intenzioni. Se lo avesse fatto per paraculaggine avrebbe senz’altro scelto una narrazione più diretta e Fuocoammarestrappalacrime. Il che, probabilmente, sarebbe stato meglio. Vabbé, almeno gli riconosco il merito.

Ok, lo so, ha voluto parlare di una tragedia senza sfiorarla. Voleva dire che l’emergenza dei migranti non intacca l’incedere quotidiano dell’esistenza degli abitanti sull’isola. Ma poteva farlo in altro modo.

VOTO: 4

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