Ieri sera ho visto Do Revenge, che avevo subito messo in lista non appena Netflix me l’ha sparato prepotentemente sulla homepage. Anche se probabilmente lo avrei visto comunque, dato che la mia pancia continua a essere avida di film e serie in salsa teen nonostante la coscienza mi ricordi che il liceo per me è finito più di dieci anni fa.
Ma questo forse Netflix lo sa, perciò continua a suggerirmi prodotti del genere.
Le premesse mi sembravano piuttosto accettabili, anche se non particolarmente originali: in una scuola superiore americana d’alto borgo, di quelle a cui puoi accedere soltanto se ti vendi entrambi i reni, Drea Torres è la tipica reginetta di bellezza e popolarità all’apice del successo. Max invece è il suo fidanzato, anche lui mister fascino e notorietà, che ve lo dico a fa’. Peccato che un sex tape personale, da lei registrato e inviato come regalo privato a lui, finisca nella pubblica piazza. Sui cellulari di tutto il corpo studentesco. Lei è convinta che sia stato il suo moroso, lui nega fino alla morte. A ogni modo, il suo status sociale precipita, gli amici la mollano e lei non ha altra consolazione che darsi alla vendetta.

Ora, c’è un’altra cosa che a me piace molto, e sono proprio le storie di rivalsa. Perché tutti, in cuor nostro, sogniamo di farla pagare a chi è stato stronzo con noi. Pertanto, già mi pregustavo il dolce sapore della vendetta mentre mi accucciavo sotto le coperte.
Si dà il caso che, a questo punto, la nostra eroina (che ha le fattezze di Camila Mendes, quella di Riverdale), incontra la nuova arrivata: un’emarginata sociale con il volto di Maya Hawke che brama di vendicarsi del suo primo amore, una ragazza che l’ha tradita e umiliata anni addietro. E che cosa fanno, le due giovincelle? Si scambiano gli obiettivi. Ognuna si vendicherà del “nemico” dell’altra, così da non essere direttamente riconducibili alle loro vittime. Una cosa molto hitchcockiana, no?
Anche se, più che il maestro del thriller, il modello sembra essere un altro. Il primo giorno di Eleanor al liceo, con la presentazione delle varie cricche studentesche, assomiglia alla piantina della mensa di Mean Girls (e un po’ anche a 10 cose che odio di te). Non a caso, per ultimo viene proprio il gruppo degli strafighi, lo stesso cui apparteneva anche Drea prima che loro la sfanculassero quando la sua reputazione è crollata. E cosa dovrà fare la piccola e disorientata Eleanor, se non darsi un cambio d’immagine e tentare di entrare proprio nel gruppo più ambito del Rosehill High (anche qui, Mean Girls docet)? E quella scena in cui i loro compagni di scuola parlano estasiati del belloccio Max guardando in camera, non vi ricorda un po’ quel film, come si chiama… ah, sì: Mean Girls?
Chi abbia visto Mean Girls potrà capire di cosa parlo. Chi non l’ha visto invece dovrà inesorabilmente rimediare.

Com’è e come non è, la storia procede piuttosto gradevolmente: siamo a circa un’ora di film, Drea riesce a vendicarsi per conto di Eleanor, ma tutto ciò che le due improbabili amiche orchestrano per vendicare il torto di Drea fallisce miseramente. La sua reputazione non risorge, mentre quella di Max è ancora alle stelle. E qui ci mettiamo un bello SPOILER ALERT, qualora ce ne fosse il bisogno, perché non so quanto di quello che sto per dire potrebbe rovinarvi la sorpresa.
In pratica, succede che alla fine le carte si capovolgono, si scopre che Eleanor non è quella che sembrava – un docile agnellino con l’aureola da angioletto – ma una specie di pazza psicopatica che non ha fatto altro che manipolare Drea, contribuendo a far fallire i suoi propositi e a isolarla ancora di più. Con un cambio di tono degno di I Care a Lot, la commedia adolescenziale diventa una dark comedy in stile Schegge di follia, con Eleanor che addirittura investe Drea mandandola all’ospedale.
In un crescendo di agnizioni e rivelazioni tanto vorticoso da far girare la testa, salta fuori che in realtà Drea ed Eleanor si erano già conosciute: è stata proprio Drea infatti la stronza che ha perseguitato e traumatizzato Eleanor al campeggio anni prima, solo che non si ricordava più di lei (sono passati tipo quattro anni, ma ok!). Le due ragazze litigano, si detestano di nuovo, poi stanno per fare pace e infine riprendono in mano i loro piani di vendetta quando Max rivela di essere stato effettivamente lui a diffondere il video di Drea, per motivi che, ahimé, non mi sono ancora chiari. Alla fine, Drea ed Eleanor si perdonano e sfrecciano in auto insieme verso mete felici e lontane (che importa se appena un paio di giorni prima una abbia tentato di mettere sotto l’altra!).
Il tutto concentrato nell’ultima mezz’ora, mentre alcune questioni risolutive che sarebbero state importanti vengono fatte cadere nel vuoto o abbozzate nei titoli di coda. Una su tutte: Drea non affronterà mai le conseguenze per il male che ha fatto agli altri – a differenza di Mean Girls, dove Cady faceva mea culpa e pagava lo scotto delle sue malefatte. In un teen movie che si rispetti, i protagonisti fanno sempre ammenda per i propri errori: si chiama crescere, ed è una parola che va di pari passo con l’adolescenza.
Ho appreso però che Do Revenge ha ottenuto buone recensioni dalla critica, e questo probabilmente perché Maya Hawke è lodevole, Camila Mendes è perfetta per il ruolo e il film ha quell’estetica colorata e quel fascino modaiolo che fanno subito colpo sull’occhio, mentre la colonna sonora pesca a piene mani dalle classifiche pop degli ultimi mesi arrivando dritta all’orecchio. Peccato, poteva essere un’occasione migliore per parlare di bullismo, di nude video leak e di amicizia femminile. Perlomeno ci consolano le partecipazioni di Sophie Turner e di Sarah Michelle Gellar.
nda: ho appena letto che il film è dichiaratamente ispirato a L’altro uomo di Hitchcock. Almeno questo l’hanno ammesso.
VOTO: 5

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