Lettera a Johnny Depp:
Carissimo Johnny,
non ti dispiacerà se ti chiamo per nome, tanto ormai sei uno di famiglia. Ho trascorso molto più tempo in tua compagnia di quanto abbia fatto con i miei compagni di scuola. Sono cresciuto guardando i tuoi film, e come ben saprai, non ci ho messo molto ad apprezzare la tua Arte. Inutile che stia qui a ripeterti quanto tu sia bravo, ma veramente bravo. Pensa che, secondo me, Jack Sparrow è in assoluto uno dei personaggi migliori della storia del cinema. Lasciali perdere quegli spocchiosi dell’Academy, che tanto neanche Cary Grant ha mai vinto un Oscar, e guarda dove è arrivato. Dipendesse da me, te l’avrei già dato da tempo. Lo sai che ho pure una tua foto appesa al muro, accanto al letto? Stai proprio tra Will Smith e Sandra Bullock, in ottima compagnia. Ah, Johnny, se tu sapessi quanto ti sono affezionato!
Pensa che ti voglio così tanto bene, che ho passato il sabato sera guardando la tua ultima fatica, tale Mortdecai, nonostante le premesse fossero tutt’altro che buone. E devo dire, Johnnino caro, che un po’ sono rimasto sorpreso. Il tuo personaggio è proprio buffo, con quella sua compostezza tutta inglese, quella maldestria condita da un pizzico di spavalderia; e anche l’atmosfera era così surreale, che non ti nascondo che qualche sorriso l’ho fatto. Però, amico mio Johnny, non posso neanche negare di essermi un po’ annoiato, e a un certo punto mi sono anche perso tra i fili della trama. Insomma, per farla breve, in un attimo eravate tu, il tuo fedele Jock (a proposito, Paul Bettany è stato bravissimo), e tua moglie, quella strafiga di Gwyneth Paltrow, dall’altra parte dell’oceano, e non ho nemmeno capito come e perché ci siete arrivati. Evidentemente ho cominciato a pensare ad altro.
Il problema, carissimo pupillo di Tim Burton, lo sai qual è stato? Che non c’era originalità. Non offenderti se te lo dico, ma già quella scena iniziale sembrava una banale imitazione del secondo Indiana Jones. Il tentativo di imbastire una commedia sui toni dell’avventura e dell’assurdo ricordava un po’ Wes Anderson, ma senza il suo ritmo e il suo sense of humour. Quando poi avete trovato qualche battuta buona, l’avete ripetuta all’infinito, come la gag sui conati di vomito, o l’immagine del fido Jock come trombeur de femmes. Dovevate capire che una battuta fa ridere la prima volta, forse anche la seconda, ma dopo stanca. I personaggi principali vanno bene, ma le comparse sembrano un po’ delle macchiette di cui non si riesce a ridere (come quei ridicoli gangster russi). E poi, Johnny, anche tu, dovresti smetterla di giocare col ridicolo e col grottesco, perché dopo Pirati dei Caraibi, dopo Alice in Wonderland, dopo La fabbrica di cioccolato e dopo Ed Wood, non vedo più cos’altro potrai dare. Lo so che non è colpa tua, è che bisogna accontentarsi di quel che passa il convento. Tu fa’ una cosa: aspetta che sulla tua scrivania arrivi un bel copione, di quelli drammatici, e nel frattempo goditi la tua giovane moglie, la tua barca, i tuoi soldi. Fatti desiderare. Vedrai che qualcosa arriverà. Magari, se potessi anche consolare Ewan McGregor, che è tanto talentuoso e meriterebbe più successo, e dire a Gwyneth Paltrow che se non riesce più a fare un film decente, può sempre tornare a fare la pubblicità del Martini. Grazie.
Stammi bene.
P.S. VOTO: 5
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