Voglio confessarvi una cosa. A me piacciono da matti le commedie al femminile, non di quelle sentimentali pensate appositamente per il gentil sesso, ma quelle in cui le protagoniste sono due o tre donne che ne combinano di tutti i colori. Il club delle prime mogli è tra i miei film preferiti fin da quando ero piccolo, ho apprezzato Come sposare un milionario con il trio Grable-Bacall-Monroe e ho trovato esilarante The Wedding Party nonostante la critica lo abbia stroncato. L’anno scorso, mentre saltavo da un canale all’altro, il fato ha voluto che mi imbattessi in Amiche da morire, che probabilmente mai avrei visto se non proprio per caso, visto e considerato quanto sono sfiduciato verso la commedia italiana.
L’esordiente Giorgia Farina ha creato e diretto, appena due anni fa, questo spassosissimo film che porta un po’ di aria nuova nel nostro cinema, dove finalmente si vede una commedia che non vuole essere una pseudosatirica rappresentazione dell’uomo medio italiano, che riesce ad affrancarsi dai soliti luoghi comuni e dove l’umorismo non proviene da quattro gag azzeccate con lo sputo, ma dal naturale susseguirsi degli eventi. Soprattutto, al timone della barca ci sono solo donne, il che è sicuramente una novità per un pubblico abituato soltanto ai soliti Pieraccioni, De Sica, Bisio e compagnia bella.
E poi, che donne. Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, e persino Cristiana Capotondi che di solito non è che mi piaccia granché, fanno girare la testa nonostante siano tutt’altro che delle eroine immacolate. Non perché rubano, mentono e ingannano la giustizia, o meglio, non soltanto per quello. Fanno anche di peggio. Amiche da morire è una commedia nera degna di questo nome, dove un’isoletta del sud Italia, il solito chiacchiericcio da piccolo paese, e tre donne assai diverse tra di loro costituiscono la materia prima, e il delitto del tutto inaspettato, ma vantaggioso, fa il resto.
A volerci trovare il pelo nell’uovo, lo si trova comunque, quando la Crocetta di Sabrina Impacciatore (che comunque rimane la più divertente tra le tre) subisce una improvvisa evoluzione troppo marcata in una direzione, e controtendenza rispetto al personaggio che abbiamo visto per il resto del film, ma a quel punto si è talmente presi dalla storia che, ridendo ridendo, non ci si dà poi tanto peso. Piuttosto, godetevi Vinicio Marchioni, che è uno degli attori più bravi che abbiamo in giro, Marina Confalone, al suo atteso ritorno anche se in un ruolo secondario, e buona visione. Sperando che non rimanga un caso isolato nel panorama italiano.
VOTO: 9
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